Il Meccanismo di Valsalva
D. Canarutto, 31 ottobre 2002
Questo scritto è una parziale traduzione e riadattamento da:
This writing is a partial translation and arrangement of:
Stuttering and the Valsalva Mechanism: Introduction
di William D. Parry.
1)
Il cosiddetto meccanismo di Valsalva prende il nome da Anton Mario Valsalva (1666-1723), anatomista italiano che per primo lo ha studiato. È facile sperimentarlo: stando in piedi, curviamo le dita ad uncino e agganciamo le mani davanti al petto; prendiamo un respiro profondo e tiriamo con forza le mani come per separarle, ma senza lasciarle andare. Si osserverà allora come i muscoli del petto e dell'addome si contraggono, e la gola si chiude. Più forte si tira, più la gola si chiude.
Proviamo a ripetere la manovra dopo aver atteggiato le labbra come per pronunciare una "p"; si noterà allora la tendenza delle labbra a serrarsi. Analogamente, atteggiando le labbra e la lingua come per pronunciare una "t", si noterà come la lingua tende a premere sui denti.
2)
Il meccanismo di Valsalva è una reazione naturale dell'organismo, a cui collaborano vari gruppi di muscoli, ed ha la funzione di aumentare la pressione dell'aria nei polmoni, allo scopo di rendere possibili sforzi particolari.
I muscoli addominali si contraggono, pressando l'intestino e gli altri organi della cavità addominale e spingendo verso l'alto il diaframma (il muscolo a forma di cupola che separa la cavità addominale da quella toracica). Ciò ha l'effetto di comprimere la cavità toracica, e tale compressione è aumentata dalla contrazione di alcuni muscoli del torace stesso. Allo stesso tempo, la laringe si chiude in modo da impedire l'uscita dell'aria, e lo fa con forza tanto maggiore quanto più si contraggono i muscoli addominali. In questa situazione la laringe svolge un compito ben diverso da quello relativo alla fonazione, anzi, in certo modo opposto. Vediamo poi che se altri muscoli della bocca sono in azione, al momento in cui si instaura il meccanismo di Valsalva, questi vengono ‘reclutati’ per aumentarne l'effetto.
Qual'è lo scopo di tutto ciò? La maggiore pressione dell'aria nei polmoni, ottenuta mediante il meccanismo di Valsalva, rende possibile esercitare in maniera più efficiente sforzi muscolari eccezionali. Lo si può vedere in azione nel “trattenere il fiato” del sollevatore di pesi. Inoltre il meccanismo entra in azione quando si deve espellere qualcosa dal corpo, in particolare nella defecazione e nel parto. Inoltre, il meccanismo tende ad instaurarsi in situazioni di pericolo, e ciò ha un'evidente funzione di difesa.
Insomma, il meccanismo di Valsalva è un'azione di muscoli diversi coordinata dal sistema nervoso centrale, come si vede dal fatto che i muscoli in questione si contraggono, più o meno, tutti del medesimo grado.
3)
È stato ipotizzato che un'interferenza tra il meccanismo di Valsalva e quello della fonazione sia alla base della balbuzie. Non a caso, la balbuzie si instaura soprattutto in condizioni di tensione, e particolarmente quando la persona ‘si sforza’ di parlare; si tratterebbe insomma di una sorta di circolo vizioso: la difficoltà a pronunciare le parole genera tensione e sforzo, che a loro volta generano difficoltà di pronuncia ancora maggiore. Forse l'aspetto più importante nel balbuziente è quello della tensione delle labbra e della lingua, che contrasta con il normale fluire del linguaggio.
Questa medesima tensione involontaria di certi muscoli della cavità orale, e in particolare della stessa laringe (e la chiusura di questa), potrebbero essere anche all'origine di problemi di emissione del suono con il corno; penso soprattutto agli attacchi esposti che, come sappiamo bene, sono tanto più difficili quanto meno riusciamo a dominare la tensione.