Yamaha Silent Brass
Daniel Canarutto, 10 Febbraio 2003 / February 10, 2003
Da alcuni anni mi sono ritrovato ad abitare in un ex paesotto rurale, in provincia di Firenze, ormai quasi completamente trasformato in zona industriale e residenziale. Questi arricchiti non hanno la minima idea di musica e cultura. I suoni da loro prediletti sono il frastuono dei cantieri (con cui stanno finendo di coprire di cemento ciò che resta della campagna) e dei mezzi pesanti, il rumore dei tagliaerba con cui mantengono inappuntabili i loro pratini all'inglese, il latrato dei cani. Il suono di uno strumento musicale, invece, è considerato molesto... ...così, alla fine mi sono deciso a comprare lo Yamaha Silent Brass, sperando di potere esercitarmi un po' in santa pace; oltretutto, nei giorni in cui posso suonare poco o nulla divento molto ma molto nervoso, come un tossicodipendente in crisi d'astinenza. L'ho ordinato presso un noto negozio di musica ed è arrivato dopo pochi giorni. L'ho pagato 170 euro: un po' meno del prezzo di listino (190), ma più di quanto costa negli Stati Uniti (secondo ciò che si legge su alcuni siti). L'ho presentato a mia moglie e le ho spiegato a che cosa serviva; lei, inaspettatamente, non ha protestato per la spesa, anzi ha dimostrato un certo entusiasmo. I componenti principali del sistema sono una sordina di plastica, piuttosto voluminosa ma leggera, un paio di auricolari, e l'unità di amplificazione. Quest'ultima è davvero piccola: è grossomodo un quadrato di circa 7 cm di lato (meno di un floppy disk) e di 2 cm di spessore. La sordina ha un anello di materiale simile alla gommapiuma, ma più rigido, che va a contatto con la campana del corno e permette una buona tenuta; nella parte che va rivolta verso l'interno dello strumento c'è un piccolo microfono, mentro all'esterno c'è la presa per un cavetto che collega la sordina con l'unità di amplificazione. I comandi di questa sono semplici: un interruttore con le tre posizioni ON, OFF e ECHO, e una manopola per il volume; in più c'è un commutatore "Lo/Hi input" la cui funzione è poco chiara ("da usare in caso di suono distorto") ma di cui non ho avuto bisogno. A questo punto devo precisare che il sistema viene venduto con due diverse unità di amplificazione. Quella che ho io è la ST9, la più semplice. La ST5 (con la quale il prezzo di listino del sistema sale a 310 euro) ha diverse altre funzioni, tra cui un'ampia gamma di effetti sonori e di ambienti simulati, con possibilità di programmazione, un metronomo e un accordatore incorporati, la possibilità di registrare fino a 16 secondi, display a cristalli liquidi e chissà che altro. La ST9 è molto più spartana ma ha ciò che serve in pratica al cornista per esercitarsi seriamente (se lo scopo non è di sbizzarrirsi in effetti speciali). La presa AUX IN (ausiliaria; il cavetto va comprato a parte) permette comunque di mandare in cuffia il segnale di qualunque apparecchiatura (registratore, CD player, computer, metronomo elettronico, accordatore), e inoltre collegandosi a un amplificatore stereo si può fare poi quel che si vuole. Ad ogni buon conto, il ticchettìo di un metronomo esterno si sente benissimo anche senza fare alcun collegamento. La presa AUX IN è importante, a mio parere, soprattutto perché permette di suonare con un accompagnamento MIDI (come quelli che si trovano sul sito The Obedient Accompanist) o con un disco. Il volume dell'accompagnamento viene regolato dall'apparecchio su cui viene suonato, mentre la manopola del volume sull'ST9 (e credo anche sull'ST5) ha effetto solo su come sentiamo in cuffia il suono del nostro corno. Per prima cosa ho provo la sordina da sola per capire a che livello è il suono che gli "altri" sentono. Be', non è certo il silenzio assoluto, ma è comunque tutta un'altra cosa rispetto al suono libero. Nella stanza accanto (dice mia moglie) si sente un po' ma non è fastidioso; dall'altra parte della casa, con le porte aperte, in pratica non si sente neanche. Dunque fin qui ci siamo. Inserisco ora la pila (in dotazione), faccio con attenzione tutti i collegamenti. Nell'inserire la sordina le si può dare un'avvitatina, che la fa stare abbastanza saldamente al suo posto nella campana. Questo è importante perché una volta che il sistema è montato, e sono pronto a suonare, devo muovermi con una certa circospezione (soprattutto un tipo goffo come me). I vari cavetti si possono impigliare qua e là, e il rischio maggiore è appunto quello di far cadere la sordina; non solo perché si può rompere ma anche, dice il manuale, perché se l'apparecchio è acceso e gli auricolari sono al loro posto si può provocare un danno all'udito. A questo proposito, consiglio di accendere prima di mettere gli auricolari, perché lo spostamento dell'interruttore da OFF a ON provoca un rumore simile a una schioppettata, che raggiunge il limite del fastidio; e ciò indipendentemente dalla regolazione del volume. Altro consiglio: avere accanto a sé un tavolo o un ripiano dove appoggiare con sicurezza corno e materiale, per quando si vuole fare una pausa o c'è da togliere l'acqua dallo strumento; a maggior ragione se si utilizza anche il collegamento AUX IN a un ulteriore apparecchio. La ST9 ha un piccolo moschettone e un cinghiolino, con cui può essere agganciata alla cintura oppure a un occhiello. Sul momento non ho nessuna delle due cose (la cintura mi impedirebbe di respirare) e non trovo di meglio che infilarmela in tasca. Però in questo modo non si ha accesso diretto ai comandi, e la manopola del volume si può spostare da sola; alla fine la soluzione migliore, per me, è appendermela al collo con una cordicella. E ora suoniamo. Interessante. Se con la sola sordina avevo l'impressione di un soffiare faticoso, ora questa sensazione si dissolve. Probabilmente, prima tendevo a forzare perché sentivo il suono venir fuori così ovattato. Ma ora che c'è la risposta normale, almeno in termini di volume di suono, la faccenda risulta molto più naturale. Per la regolazione del volume, trovo appropriato mettere l'indicatore della manopola a circa due terzi della sua corsa. Verso il massimo, o poco meno, è decisamente troppo: risulta addirittura fastidioso per l'udito. Comunque, si ha amplificazione anche sul minimo; forse meno soddisfacente, ma utile comunque per esercitarsi. Il rumore di fondo è praticamente inesistente. Al mio orecchio, la qualità del suono non è certamente quella "vera" e piena, ma è accettabile. Diciamo che tende un po' ad assomigliare a quella che si può ottenere in una piccola stanza sorda, il che può essere un bene dal punto di vista dello studio; senonché, in confronto al suonare normalmente, il tipo di suono che si ottiene sembra essere meno dipendente da ciò che si fa con la bocca e con l'aria, più uniforme; comunque le differenze ci sono, e penso che con l'esercizio potrò coglierle meglio. Questo è un punto importante, se è vero che (come dicono i grandi maestri) la qualità del suono ha da essere la guida fondamentale nello studio del corno. Aumentando il volume l'effetto è più soddisfacente, comunque è evidente che manca sempre "qualcosa"; né il posizionamento dell'interruttore su ECHO (è come essere in una stanza più grande) cambia la sostanza. Provo poi a collegare la ST9 all'amplificatore stereo e a sentire il risultato con le cuffie grandi: decisamente meglio. Il giorno dopo, quando i vicini erano usciti, ho mandato l'uscita alle casse, e devo dire che non era male... tuttavia, staccando tutto e suonando il corno da solo senza nessun impiccio, ho avuto la conferma che il modo normale è sempre il migliore. Ma non importa; anzi, meglio così. Quest'apparecchiatura è unicamente per studiare, per esercitarsi, e ho l'impressione che servirà bene al suo scopo. D'altra parte, un altro aspetto di ciò che sento negli auricolari ha implicazioni interessanti per lo studio: anche i minimi difetti di articolazione risultano molto evidenti. Togliere l'acqua è un affare un po' macchinoso (a meno che non ci sia solo da soffiarla fuori dalla valvola nella cannetta). Se si deve ruotare il corno è meglio spengere, levare la sordina dalla campana e appoggiarla al sicuro, e poi procedere facendo attenzione ai vari fili; anche qui, sarà solo questione di abituarsi. Per reggere lo strumento si afferra il bordo della campana con le tre dita più lunghe della mano destra, e si appoggia il polso sulla sordina (contribuendo così a tenerla al suo posto). Devo dire che, a lungo andare, questa posizione risulta più faticosa di quella normale. Ho accennato alla pila: è del tipo "transistor" da 9V. Non ho idea di quanto durerà (per ora ho usato il sistema per circa 5 ore) né di quanto costerà rimpiazzarla; eventualmente, quando verrà il momento aggiungerò un aggiornamento a questo articolo.(*) Be', finiti i primi 45 minuti di prova vado nella stanza accanto per chiedere a mia moglie che cosa ne pensa. Dorme della grossa! E la porte erano aperte! Quando si sveglia mi fa: "Sì, mi pare proprio che sia stato un buon acquisto!" |
Since some years I happen to live in a former country village, near Florence, which is being rapidly transformed into an industrial and residential area. These enriched people have no idea at all of music and culture. The sounds they appreciate the most are the uproar from trucks and yards (by which they are covering with concrete whatever piece of country still survives), the noise of lawn-mowers (by which they keep their tiny plots of land impeccable), the barking of their dogs. The sound of a musical instrument is considered bothersome... ...and so, eventually I decided to buy my Yamaha Silent Brass system, in the hope of being able to practice regularly; by the way, in those days when I can't play, or I manage to play only a few notes, I become very, very nervous, like a drug addict. I ordered it at a well-known music shop, and after a few days it arrived. I payed it 170 euros, slightly less than the listed price (190), but more than the price in the U.S. (according to some web sites). I showed it to my wife, explaining its purpose; surprisingly, she did not protest for the expense, but even reacted with moderate enthusiasm. The main components of the system are: a plastic mute, rather big but light, a couple of earphones, and the amplification unit. The latter is really small: it's roughly a square with a side of about 7 cm (less than a floppy disk) and a thickness of about 2 cm. The mute has a ring of a material similar to foam-rubber but harder, which touches the horn's bell and permits a good seal; the side that goes into the horn bears a small microphone, while the external part has a jack for a cable going to the amplification unit. This has very simple controls: a switch with 3 positions (ON, OFF and ECHO) and a volume knob; in addition there is a "Lo/Hi input" switch whose use is not very clear ("use in case of distorted sound") but which I do not need. Now I must say that the system is sold with two different amplifying units. I have the ST9, which is the simplest one. The ST5 (with it, the listed price of the system raises to 310 euros) has several other features: many sound effects and simulated environments, programming possibilities, incorporated metronome and tuner, the possibility of recording up to 16 seconds, liquid cristals display and maybe more else. The ST9 is much more Spartan, but has what the hornist actually needs in order to practice seriously (if his purpose is not enjoying the special effects). Furthermore, the AUX IN jack (auxiliary; cable not included) enables you to mix the horn's sound with the signal of any external device (recorder, CD player, computer, electronic metronome, tuner); moreover you can connect to a stereo amplifier and then do whatever you wish to. By the way, an external metronome can be heard clearly, without any connection. The AUX IN jack is important, in my opinion, because you can play along with a MIDI accompaniment (like those in The Obedient Accompanist website) or with a disk. The accompaniment's volume is set by the device where it is played, while the volume knob on the ST9 (and also on the ST5, I guess) only affects the way we hear our horn's sound. First I tried the mute alone, in order to understand how the sound will be heared by others. Well, it's not perfect silence, but it's much lower than the normal horn sound. In the nearby room (my wife says) it can be heard, but it's not bothersome; on the other side of our (not big) home, with open doors, it's hardly audible. All is right up to now, then. Now I insert the (included) battery and carefully make the connections. The mute can be inserted with a slight screwing movement, which makes it stay firmly in the bell. This is important; when the system is assembled, and I'm ready to play, I must move carefully (I am rather clumsy a person). The cables could get entangled in something, and the worst danger is that of dropping the mute; not only because it could be damaged, but also (the manual says) because of possible hearing damage if the dropping occurs when the power is on and the earphones are in your ears. By the way, I'd advice to turn the power on before wearing the earphones, because switching from OFF to ON generates a noise similar to a gun shot, which reaches the limit of niusance; and this is independent of the volume regulation. Another advice: stay near a table or shelf where you can safely place the horn and the rest when you want to make a pause or you have to empty your instrument; more so, if a further device is connected to the AUX IN jack. The ST9 has a strap and a snap link by which one can hang it to the belt or to a buttonhole. Right now I have none (belts keep me from breathing), so I put it in a pocket. But in this way I cannot directly access the controls, and the volume knob can move by itself; eventually, hanging the unit from my neck with a string turns out to be the best solution for me. Now let's play. Interesting. When I played the horn with the mute alone I had a feeling of stuffy blowing, but now this feeling disappears. Likely, before I tended to force things as I heard the sound coming out so muffled. But now that the response is normal, at least in terms of sound volume, eveything feels much more natural. As for volume regulation, I find an appropriate position for the knob at about two thirds of its range. The maximum, or near it, is decidedly to much: it is even bothersome for my ear. Amplification works also at the minimum position; perhaps less satisfying, but nevertheless useful for practicing. Background noise is practically absent. To my ear, the sound quality is not certainly that of a "true" and full horn sound, but it is accettable. I could compare it to the sound which can be obtained in a small, deaf room, and this can be allright from the point of view of practice; however, compared to normal playing, the kind of sound which one gets seems to be more uniform, less dependent from embouchure and air use; but there are differences, and I think that, with time, I'll appreciate them better. This is an important point, since the great teachers say that sound quality has to be our main guide in the study of the horn. If I raise the volume control the effect is more satisfying, but it is rather evident that "something" is still missing; setting the switch in the ECHO position (it seems one is in a larger room) does not essentially change this feature. Then I connect the ST9 to my stereo amplifier, and listen to the result with large headphones: now it's better. The day after, when my naughty neighbours were not at home, I sent the outgoing signal to the loudspeakers, and it was not bad... however, when I disconnected everything and resumed normal horn playing, with no device, I got confirmation that the standard way is still the best one. But never mind, this is all right. This device is for study and practice, and I feel that it will do a good job. On the other hand, a further aspect of what I hear in the earphones has interesting practice implications: minimal articulation defects are made quite evident. Emptying the horn is a somewhat involved matter (unless you only have to blow water out of the leadpipe valve). If you have to rotate the instrument, then it's better to switch off, take the mute out and put it in a safe place, and then proceed, paying attention to the various cables; well, it will be a matter of abitude. In order to hold the horn one takes the bell's rim with the three longest fingers of his right hand; the wrist touches the mute and helps in keeping it on place. I must say that, after some time, this position turns out to be more tiring than the normal one. I hinted at the battery before: it is a 9V "radio" battery. I have no idea about its duration (up to now I used the system for about 5 hours) and its cost; when the time of replacing it will come, I'll add un update to this article.(*) Well, after trying the thing for the first 45 minutes I go to the nearby room to ask my wife what she thinks. She has fallen asleep! And the doors were open! When she wakes up, she says: "Yes, I think it was a really good purchase!" |
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(*)La prima pila è durata circa un mese, la seconda (evidentemente migliore) circa due mesi e mezzo. Ho valutato, molto approssimativamente, di avere usato l'apparecchio circa 40-50 ore al mese. (27 maggio 2003) |
(*)The first battery lasted about one month, the second (evidently better) battery lasted two and half months. Very roughly, I'd say that I used the device about 40-50 hours per month. (May 27, 2003) |
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Dopo alcuni anni uso lo YSB molto meno, e spesso uso solo la sordina senza auricolari e amplificazione. (16 giugno 2009) |
Since some years I'm using the YSB much less, and often I just use the mute without earphones and amplifications. (June 16, 2009) |