Il quintetto di fiati
di Lowell Greer
Questo articolo è tratto da nessaggi inviati al forum cornistico su Yahoo.
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Come mai il corno fa parte del quintetto di fiati?
Le origini del quintetto di fiati risalgono alla fine del XVIII e agli inizi del XIX secolo, principalmente al Conservatorio di Parigi; alcune composizioni provenivano anche da Mannheim. A Parigi, Anton Reicha era insegnante di teoria e composizione, interessato nelle possibilità dei fiati. Una sua innovazione fu appunto quella di utilizzare una formazione di fiati che non era mai stata considerata prima (la sua genialità si dimostrò anche in altre forme). Possiamo tranquillamente dargli il merito per i progressi, nel modo di trattare i fiati, che alla fine portarono alla banda moderna.
Il corno dell'epoca era il corno naturale, e una delle caratteristiche fondamentali di quello stile, in base a tutte le informazioni che posso racimolare dalle fonti storiche, era l'esplorazione di dinamiche più contenute, allo scopo di bilanciare e amalgamare le diversità tra i vari suoni, aperti e chiusi. Mentre oggi si coltiva il suono grande e aperto, visto come l'opposto di un suono chiuso, stretto e nasale, l'estetica dell'era del corno naturale era ben diversa, direi che tendeva verso un colore più velato e dinamiche più contenute. Nel suo trattato, Gallay speiga come i suoni chiusi non possano essere rinforzati più di tanto, e sia quindi necessario diminuire la sonorità di quelli aperti. L'ascoltatore di oggi può trovare che tale criterio, per quanto storicamente corretto, sia poco interessante. Molti (la maggior parte) degli odierni strumentisti del corno naturale vanno in direzione opposta rispetto ai commenti di Gallay, e di fatto tendono a mettere in evidenza il "pepe" che si può ottenere quando la campana viene chiusa. Ma si tratta di un approccio storicamente poco corretto, sicuramente meno corretto del modo in cui si esegue la musica più recente, con Mahler e Schönberg che ci risuonano ancora negli orecchi. A ciascuno il suo!
Forse ancora più strettamente legato alla questione della formazione del quintetto è il fatto che il sassofono non fosse stato ancora inventato! Se il sassofono fosse stato introdotto 100 anni prima, noi cornisti saremmo tutti disoccupati!
(traduzione di D. Canarutto)