Il Club del Corno

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Il Concerto di Radovan Vlatkovic e Gianandrea Noseda
all'Auditorium di Santa Cecilia il 4 gennaio 2003

di Emiliano Kastriotë Skënderbej Corlito Giordano



Il sorriso, la spontaneità, l'arte di Radovan Vlatkovic sarebbero bastate, di per sé, a riempire l'auditorium di S.Cecilia la sera del 4 gennaio 2003. Ma i degni coautori di questo idillio sono stati altri tre cornisti di indubbia fama, come Simone Baroncini, Salvatore Accardi, Arcangelo Losavio e, non da ultimo, l'illustre direttore Gianandrea Noseda.

Sulla bravura e preparazione dei concertisti, sulla qualità dell'esecuzione e la maestria dell'interpretazione, nessuno poteva nutrire dubbi. Il concerto non ha deluso nessuno, quindi ritengo opportuno riportare informazioni sugli interpreti, i compositori e i relativi pezzi.

Le prime note sono state quelle del "Concerto per Corno e Orchestra" di Knussen, nella sua prima esecuzione assoluta in Italia per una eccellente interpretazione del Maestro Vlatkovic. Arrigo Quattrocchi cos“ ci introduce a questo compositore: "All'età di 50 anni, Oliver Knussen è internazionalmente riconosciuto come uno degli autori più importanti della sua generazione. Fin da bambino - è nato a Glasgow nel 1952 - ha vissuto una stretta frequentazione degli ambienti musicali, grazie al ruolo di primo contrabbasso ricoperto dal padre all'interno della principale orchestra londinese, la London Symphony. Precocissimo il suo talento, che lo ha portato a tentare le prime composizioni a sei anni e a studiare subito composizione con John Lambert; a 15 anni, sostituì l'indisposto Istvan Kertesz alla guida della London Symphony, nella direzione della propria Prima Sinfonia; e già adolescente, dunque, si cimentava nel doppio impegno di compositore-direttore che avrebbe poi sempre perseguito, imponendosi anche come grande interprete della musica d'oggi. Come compositore, Knussen ha seguito influenze disparate, arrivando alla definizione di un linguaggio personalissimo. Vi riconosciamo, innanzitutto, l'impronta di una tradizione inglese, segnata dalla figura di Britten; e questo soprattutto nel senso di una concezione estetica che crede nella comunicazione, in una funzione comunicativa di concetti, sentimenti ed emozioni, che fa spesso ricorso alla parola cantata e non è aliena da contaminazioni stilistiche, dal nutrirsi di tecniche e stilemi del passato. Non mancano però anche influenze dello studio compiuto in America, con Gunther Schuller, che si traduce nell'acquisizione di elementi jazzistici e "leggeri" e di alcune tecniche di scrittura orchestrale legate a Elliot Carter. L'orchestra è, d'altronde, il medium espressivo prediletto da Knussen, il cui catalogo comprende non a caso un paio d'opere teatrali, un nutrito gruppo di lavori cameristici e un vasto gruppo di lavori sinfonici, molti dei quali con la presenza solistica della voce umana. Sul concerto per corno, lo stesso autore ha dettato una breve nota esplicativa: << Il desiderio di comporre qualcosa per Barry Tuckwell era sempre stato fra i miei pensieri per quanto io possa ricordare. Quindi, quando ricevetti dalla Suntory Foundation l'invito a scrivere un pezzo destinato alla sala della Suntory Hall di Tokyo, dalla magnifica acustica, mi parve appropriato comporre un lavoro per corno e orchestra, perchè mi pareva che le sottili gradazioni coloristiche, l'ampia gamma dinamica e quelle che potrebbero essere definite le caratteristiche "speziali" del suono del corno, sarebbero state restituite nella maniera ideale in quella sala, che conoscevo per avervi diretto un concerto nel 1992. Il rapporto fra il suono dello strumento e lo spazio che lo circonda è, a mio parere, particolarmente cruciale nel caso del corno, ed è un aspetto particolarmente difficile da restituire in una registrazione. Pensieri di questo tipo mi hanno portato infine alla concezione di un lavoro prevalentemente lirico, che utilizza una vasta orchestra (compresi due insiemi di timpani) con grande sobrietà. Fin dall'inizio la stesura fu inflenzata dalla gratitudine più che trentennale verso le esecuzioni di Barry Tuckwell, e man mano che componevo il pezzo assumeva sempre più il carattere di una Nachtmusik (in senso mahleriano). Il mio schema compositivo prevedeva due parti, Fantastico (un Allegro in forma di sonata) e Adagio (Variazioni su un basso ostinato), incorniciate e collegate da passaggi di cadenza. Ma nel processo della composizione questi due schemi si fusero fra di loro in maniera imprevista, e il risultato è un singolo movimento, di circa tredici minuti di durata, in cui restano solo le vestigia delle forme precedentemente affiancate, a incorniciare un brano fortemente evocativo di certi aspetti del carattere di quello che è, fra tutti, il mio strumento preferito. Il mio Concerto per Corno, composto nell'agosto-settembre 1994, fu eseguito per la prima volta alla Suntory Hall di Tokyo il 7 ottobre di quell'anno da Barry Tuckwell con la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra sotto la mia direzione. La partitura fu revisionata nell'ottobre 1995>>"
Grande è stato quindi il privilegio di chi, non avendolo mai ascoltato dal vivo, ha saputo godersi appieno l'interpretazione di Radovan Vlatkovic e Gianadrea Nosedadi questo concerto.

Dopo aver riscosso la meritata ovazione, aver preparato il palco per ospitare 4 corni solisti ed aver cambiato di corno passando ad uno in Sib/Fa acuto, il Maestro Vlatkovic e gli altri tre cornisti hanno salutato il pubblico ed il Maestro Noseda ha dato inizio ad uno dei più famosi ed eseguiti concerti per corno: Il "Konzertstück per quattro Corni e Orchestra" di Robert Schumann.
Nella non vastissima produzione concertistica di Schumann il Konzertstück (pezzo da concerto) per quattro corni e orchestra in Fa maggiore op.86 costituisce un unicum, legato ovviamente all'organico del tutto particolare. Schumann scrisse questo brano nella primavera del 1849, a Dresda dove risiedeva; ma in realtà non sono chiari i motivi che spinsero il compositore verso questo organico. Il fatto che nel medesimo anno Schumann abbia scritto anche l' Adagio e l'Allegro op.70 per corno e pianoforte (certamente pensato per il suono del corno anche se più spesso eseguito al giorno d'oggi col violoncello, secondo un'alternativa pure prevista dall'autore) lascia pensare a un certo interesse verso lo strumento a fiato e forse anche verso qualche determinato solista; non è escluso che Schumann pensasse di far eseguire il brano alla meravigliosa orchestra di Dresda, una delle più prestigiose d'Europa. Tuttavia, se questo era l'intendimento, la Storia con la "s" maiuscola doveva disporre diversamente; le vicende rivoluzionarie, che proprio a Dresda portarono Wagner e Bakunin sulle barricate, consigliarono Schumann di riparare con la famiglia nella tranquilla campagna di Kreisha. L'anno successivo, con il trasferimento del compositore a Lipsia, il lavoro venne destinato a un'altra prestigiosa orchestra, quella di Gewandhaus, e ai suoi solisti. La prima esecuzione avvenne il 25 febbraio 1850. Schumann scrisse all'amico Ferdinand Hiller che considerava il Konzertstück "uno dei miei migliori lavori". In realtà c'è un altro motivo che può aver spinto Schumann a scrivere un brano per quattro corni: la crescente diffusione e popolarità del corno a pistoni; il corno "naturale" o corno "a mano", strumento che era usato per i richiami delle battute di caccia e che poi era assurto nel Settecento a livello "colto", non era infatti in grado di dominare l'intera gamma cromatica. L'invenzione del corno a pistoni permetteva invece la produzione di una scala cromatica completa per diverse ottave, ed è forse a questo modello che è legata l'idea romantica del corno, come strumento capace di evocare atmosfere notturne, naturalistiche e misteriche. Ed è certamente a questa idea del corno che si richiamò Schumann nel suo pezzo, che si prospetta come un brano dalle forti allusioni letterarie, articolato nei tre movimenti canonici di un Concerto. Il tempo iniziale, Lebhaft (Vivo), segue la forma sonata, con un primo tema brillante e squillante e un secondo più introspettivo; ma notevole è soprattutto la contrapposizione fra l'orchestra e il quartetto di corni, nonchè il rapporto di inseguimento fra le varie voci dei quattro solisti. Nella Romanza centrale, Ziemlich langsam, doch nicht schleppend (Piuttosto lentamente, ma senza trascinare), si individuano due sezioni liriche animate dalle imitazioni dei corni, che incorniciano una sezione centrale poco più accesa ma resa densa dalla compattezza dei solisti. Un richiamo delle trombe introduce direttamente al finale, Sehr lebhaft (Molto vivo), anch'esso in forma sonata ma intensamente percorso da un materiale tematico di brillante fanfara; numerosi, soprattutto nello sviluppo e nella coda, i passaggi che impegnano cromaticamente i solisti, a dimostrare le potenzialità del corno a pistoni e la bravura dei virtuosi dedicatari.

Per ringraziare il pubblico che con lunghi applausi ha dimostrato il gradimento per l'esecuzione, il quartetto di solisti ha offerto un extra, cimentandosi in una fanfara da caccia per 4 corni di Rossini. Così si concludeva la prima parte del concerto. La serata ha ripreso con la direzione del direttore Noseda nella fine interpretazione della "Seconda Sinfonia" di Schumann, concludendo il concerto che si è rivelato l'orgoglio sia degli artisti, che del pubblico che vi ha assisto. Ho avuto inoltre la fortuna di congratularmi personalmente con i Maestri Vlatkovic e Noseda.

Al riguardo, ritengo doveroso scrivere riguardo gli artisti intervenuti.

Radovan Vlatkovic Nato a Zagabria nel 1962, Radova Vlatkovic ha ricevuto le prime lezioni di musica all'età di sei anni, ha continuato lo studio del corno nella città natale e poi in Germania a Detmold. Nel 1979 vince il "Premio Ancona" e nel 1983 il Primo Premio al concorso ARD di Monaco di Baviera, primo cornista ad aver ottenuto questo prestigioso riconoscimento internazionale. Dal 1982 al 1990 ha lavorato come Primo Corno Solista nell'Orchestra della Radio di Berlino, in seguito abbandona questo incarico per dedicarsi all'attività solistica e cameristica. Come solista collabora regolarmente con le maggiori orchestre europee, americane e giapponesi. In Italia è ospite delle orchestre: Teatro Comunale di Bologna, ORT di Firenze, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Bellini di Catania, Teatro Lirico di Cagliari, Accademia di Santa Cecilia, dove nel 1999 ha eseguito il concerto per corno di R.Strauss con la direzione di Sawallisch. In campo cameristico, suona regolarmente con András Schiff, Aurèle Nicolet e altri. Il suo repertorio include tutta la musica scritta per corno dal Barocco fino ai giorni nostri. Nel 1997 ha lavorato presso la Marlboro School of Music del "Marlboro festival" nel Vermont, tenendo corsi di perfezionamento. Nel 1999 è tornato negli USA per suonare insieme ai "Musicians of Marlboro" a Washington, Philadelphia, Boston, New York, Connecticut, ottenendo grande successo di critica e pubblico. Nel luglio 1999 ha partecipato anche al festival e ai corsi di Santander in Spagna dove torna ogni anno con il gruppo del Conservatorio Santa Sofia. Vlatkovic ha inciso i Concerti per Corno di Mozart con l'English Chamber Orchestra diretta da Jeffrey Tate (Cd che ha ottenuto il Premio della Critica Musicale Tedesca) ed anche i concerti di Richard Strauss. Ha inciso inoltre musiche di Brahms e Schumann insieme a Vladimir Ashkenazy e ad Hans Maile; numerosissime le incisioni di musica da camera con András Schiff, Heinz Holliger, l'Orchestra da Camera di Zagabria ed altre formazioni cameristiche. Molto apprezzato come insegnante tiene regolarmente corsi e "masterclasses" in Italia, Spagna, Francia, Finlandia, Austria, Gran Bretagna, Giappone e Stati Uniti. Dal 1992 al 1998 è stato docente di corno alla Musikhochschule di Stoccarda, dal 1998 insegna al Mozarteum di Salisburgo, nel 1999 si è aggiunta la cattedra presso il Conservatorio "Reina Sofìa" di Madrid.

Simone Baroncini si è perfezionato con Barry Tuckwell, Hermann Baumann, Ifor James, Radovan Vlatkovic e Guido Corti; ha iniziato la sua carriera professionale nel 1985 come Primo Corno dell'Orchestra Scarlatti del Teatro San Carlo della RAI di Napoli. Dal 1986 entra a far parte dei Solisti Veneti, esibendosi come solista in tutto il mondo. Dal 1996 è Primo Corno dell'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. Come solista si è esibito nelle principali sale italiane ed estere, collaborando con orchestre come Solisti Veneti, London Philarmonic Youth Orchestra, Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli, i Virtuosi di Santa Cecilia, i Solisti Italiani, Orchestra di Santa Cecilia e del Tearo San Carlo di Napoli. Ha inciso per Nuova ERA; recentemente ha realizzato un disco dedicato alla musica italiana per corno e pianoforte, per la Foné.

Salvatore Accardi è Primo Corno dell'Orchestra dell'Accademia Nazionae di Santa Cecilia.

Arcangelo Losavio ha iniziato lo studio del corno con il padre all'età di 12 anni. In seguito ha frequentato la classe di Filippo Pugliese presso il Conservatorio di Bari. Segnalato come miglior allievo da Nino Rota, allora direttore del Conservatorio, vince una borsa di studio per frequentare i corsi di perfezionamento di Nizza con George Barboteau. Diplomatosi a 17 anni con il massimo dei voti, ha iniziato a collaborare con l'Orchestra Scarlatti della RAI di Napoli. A 18 anni vince il concorso presso l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove ricopre tuttora il ruolo di terzo corno. Oltre ai concerti con l'orchestra svolge attività cameristica, collaborando con vari gruppi. Con l'Orchestra di Santa Cecilia ha eseguito, in qualità di solista, il "Concerto per due corni e orchestra" di Haydn.

Gianadrea Noseda si è affermato in breve tempo come uno dei più interessanti direttori d'orchestra nel panorama internazionale. Da settembre 2002 è Direttore Principale della BBC Philarmonic di Manchester. Nel 1997, su invito di Valery Gergiev, è diventato il Direttore Ospite Principale del Teatro Mariinskij, che ha diretto, sia in tournée a San Pietroburgo, nelle nuove produzioni di Rigoletto e Tosca (1997); Le Nozze di Figaro, La Traviata, e La Sonnambula (1998); Don Carlo e Don Giovanni (1999); Lucia di Lammermoor e Les Contes d'Hoffmann (2000); La Bohème (2001) e Così fan tutte (2002). Ha inoltre contribuito alla fondazione della "Mariinskij Young Philarmonic Orchestra", di cui è il Direttore Principale. Nel 1998 è stato nominato Direttore Principale dell'Orchestra di Cadaqués, una formazione spagnola che raccoglie i migliori musicisti delle maggiori orchestre sinfoniche europee. Dal 1999 è il Direttore Ospite Principale della Rotterdam Philarmonic Orchestra. Nell'aprile 2000 gli è stata affidata la direzione artistica del festival internazionale "Settimane musicali di Stresa e del Lago Maggiore". Gianandrea Noseda è nato a Milano, dove ha compiuto gli studi musicali di pianoforte, composizione e direzione d'orchestra. Si è perfezionato con Donato Renzetti, Myung-Whun Chung e Valey Gergiev a Vienna e in Italia. Nel 1994 ha vinto i concorsi internazionali di Douai (presieduto da Georges Prêtre) e Cadaqués (presieduto da Gennadij Rozdestvenskij). Dopo il suo debutto, avvenuto nel 1994 con l'Orchestra Sinfonica di Milano "Giuseppe Verdi", Gianandrea Noseda ha diretto le maggiori orchestre europee e americane. Nel corso della prossima stagione farà il suo debutto con l'Orchestre National de France e con la New Yourk Philarmonic. In Italia collabora regolarmente con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e con l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia. Nel 1998 Gianandrea Noseda ha debuttato alla San Francisco Opera con "Il matrimonio al convento" di Prokofiev; nel 2001 ha debuttato alla Los Angeles Opera dirigendo "La Dama di Picche " di Tcajkovskij, con Placido Domingo nel ruolo principale. Nel 2002 ha debuttato al Metropolitan Opera di New Yourk dirigendo "Guerra e Pace " di Prokofiev, che ha segnato nel 2000 anche il suo debutto al Covent Garden e alla Scala di Milano. L'attività discografica di Gianandrea Noseda comprende una registrazione con l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi per l'etichetta CLAVES. Per Philips, ha registrato "Aria" con Andrea Bocelli e l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Come Direttore Principale della BBC Philarmonic effettuerà per l'etichetta CHANDOS una serie di registrazioni discografiche.