The Italian Horn Website
A brief history of hand technique on the horn
Può essere utile pensare la storia del corno come suddivisa in
quattro o cinque parti:
1) La Trompe de Chasse,
il corno che, intorno al 1682, dette inizio alla nostra storia venendo
introdotta dalla Francia in Boemia, Germania, Austria, eccetera; ancora
oggi è suonata con zelo, tanto è vero che i membri della
relativa Societé sono circa 8000 solo in Francia (i membri
della International Horn Society sono circa la metà). La
Trompe, quasi senza eccezione, è suonata senza mano nella
campana! La tecnica dei "tons bouché" potrà essere
utilizzata da un solo strumentista in un insieme di 12, per composizioni
da concerto come la Grand Fanfare, e solo per ottenere alcuni
effetti speciali. Sto parlando di quegli strumenti che vengono suonati
così forte, e con un tale vibrato, che quando ne avete ascoltato
una registrazione vi siete chiesti: "Ma è così che debbono
essere utilizzati?" La risposta è: sì. La tecnica è
stata tramandata per 300 anni da maestro ad allievo, di padre in figlio, e
gelosamente conservata come forma ed estetica, espressione e ornamenti.
L'esecuzione è soggetta a regole precise. Il modello standard
è, dal 1850, la Trompe d'Orleans con i suoi tre giri e mezzo, di
regola in Re con l'eccezione di alcuni modelli militari in Mi bemolle (uno
strumento recentemente venduto su Ebay era di questo tipo). Trompes nuove
possono essere acquistate nelle strade di Parigi per prezzi che vanno dai
250 ai 7000 euro, a seconda della qualità.
2) Il corno barocco, come la Trompe de Chasse, non aveva valvole né ritorte per l'intonazione, ed era suonato principalmente senza mano nella campana. Un'infinità di disegni di orchestre di corte del XVIII secolo mostrano corni tenuti in questo modo, di regola con la campana rivolta verso l'alto. Tuttavia fin dal 1710, a Dresda, si cominciò ad usare la mano destra nella campana, per ottenere certi effetti. Tale pratica sembra essere stata motivata dal desiderio di suonare un maggior numero di note, più che dalla volontà di correggere l'intonazione. I trattati dell'epoca criticano questa tecnica in quanto rovinava il suono del corno, che è la sua qualità principale. Si pensa che quest'uso fosse, come per i "sons bouché" della Trompe de Chasse, non un tenere la mano nella campana e muoverla, ma un inserirla e toglierla. Questo è un aspetto tecnico fine, ma importante. Il suono, brillante e gioioso, non era forte come quello della Trompe de Chasse, dal momento che lo strumento veniva utilizzato al chiuso (anche se Lady Montague una volta si lamentò di essere stata assordata da cornisti eccessivamente zelanti durante un concerto a Vienna). Più tardi, sempre nel periodo Barocco, si incominciarono ad usare le ritorte. I corni fabbricati in Inghilterra da Hoffmaster (Hoffmeister) sono ben noti per questa caratteristica, e si pensa che venissero suonati dai suonatori di Händel (Mr. Winch).
3) La tecnica del corno a mano era una novità, in diverse corti
europee, ancora nel 1760. Il trattato di Röser (scritto probabilmente
intorno al 1765), spesso citato, parla della novità della tecnica
cornistica che utilizza la mano nella campana. Punto era famoso in tutta
Europa, ma talvolta riceveva anche critiche per via dell'effetto che tale
tecnica aveva sulla qualità del suono; all'epoca, le orecchie erano
ancora abituate al suono aperto. Nel corso degli anni '50 del XVIII
secolo, le dimensioni della campana vennero aggiustate in modo tale che la
mano vi fosse sempre inserita. Venne anche aggiunta una ritorta per
l'intonazione, dal momento che il La variava da corte a corte; per esempio
Mozart, da ragazzo, aveva un diapason con un La a 422. La nuova era del
corno iniziò a mostrare quella qualità velata del suono che
lo fece associare ai legni nei gruppi d'Armonia e, nel secolo successivo,
nel quintetto di fiati. Questo fu il periodo di maggior gentilezza del
suono del corno, come è attestato dal fatto che tutti i trattati
mettevano in guardia contro il suonare troppo forte rendendo così
sgradevoli le note coperte. Di solito questo viene considerata il "Periodo
d'oro" del corno.
4) Il corno con i pistoni apparve per la prima volta, in forma molto rudimentale, nel 1815, e all'inizio non venne preso molto sul serio dalla maggior parte dei cornisti. Quando iniziò ad essere considerato, Schubert, Schumann ed altri compositori si misero a scrivere musica per questo strumento. Nella musica composta in questo periodo si può notare un aumento del peso del corno, ma anche la scarsità di letteratura solistica firmata dai grandi compositori. Pare che il corno con le valvole non fosse del tutto accettato, e che i compositori aspettassero di vedere come si sarebbero sviluppate le cose. Alcuni pezzi erano pubblicati con due parti solistiche, una per le valvole e una per il corno naturale.
5) I Wagneriani cambiarono l'orchestrazione in funzione dinamica, anche
introducendo nuove idee sul modo in cui gli strumentisti dovevano inserire
le proprie parti nell'insieme; l'uso del vibrato venne scoraggiato per
tutti gli strumenti dell'orchestra, anche se riapparve in seguito in aree
del mondo dove insegnavano maestri di estrazione non germanica. Le scuole
cornistiche americane, per esempio, sono essenzialmente tedesche: Horner,
Pottag, Hoss; d'altra parte, molte scuole dei legni sono di origine
francese: Tabuteau, Moyse, eccetera. Per un certo periodo ho suonato in
un'orchestra belga dove un oboista di educazione Gallica suonava con
abbondante vibrato, accanto a un virtuoso flautista tedesco con un suono
perfettamente diritto, senza il minimo vibrato. In registrazioni della
Filarmonica di Berlino e della Gewandhaus fatte prima della guerra si
possono sentire archi che non usano il vibrato.
(traduzione di D. Canarutto) |
We are best off thinking about horn history in four, or maybe five,
categories.
1) The Trompe de Chasse, the horn that, about 1682, got things going for us
by being taken fron France to Bohemia, Germany, Austria, etc, and is still,
today, played zealously by people in France; current membership in their Societe
is around 8,000 in France alone (IHS, worldwide, is about 1/2 that). Trompe is
almost without exception played with NO HAND IN THE BELL!! The technique of
"tons bouche" may be used by one player out of a 12 member ensemble for concert
works like la Grand Fanfare, for special effects only. These are the same
instruments you heard recordings of, playing very loudly, with a lot of vibrato,
and asked, "Are they supposed to sound that way?" Answer: yes. The technique
has been handed down master to pupil, father to son, for 300 years and
jealously guarded in formula and aesthetic, nuance and ornament. Strict rules apply to
performance on these horns. Since 1850 the Trompe d'Orleans has been the
standard model with 3 1/2 turns, pitched generally in D with a few military models
pitched in Eb. The instrument recently purchased on eBay is of this last
variety. Brand new Trompes can be purchased on the streets of Paris for as little
as $250 and as much as $7000, depending on quality.
2) The baroque horn, like the Trompe de Chasse had no valves, no tuning slide and was played primarily with NO HAND IN THE BELL. Countless pen-and-ink drawings of court orchestras from the 18th century show handless horns generally held with the bells in the air. However, as early as 1710, in Dresden, the right hand began to be used , for special effect, in the bell. It seems to have been the desire to play more notes, not correction of pitches that caused the practise. Treatises of that era criticize the technique as being one that ruins the tone of the horn, its primary attribute. It is thought that this use of the hand was, like the "tons bouche" of the Trompe de Chasse, not a placement of the hand into the bell with manipulations, but an entry and removal of the hand. This is a fine but important aspect of technical concept. The sound, bright and cheerful, was not as loud as the Trompe de Chasse, being played indoors, although Lady Montague once complained about being deafened by overzealous hornplayers during a Viennese concert. Late in the Baroque period, crooks began to be applied to the horn. British horns by Hoffmaster (Hoffmeister) are well known for this feature and were thought to have been used by Handel's players (Mr Winch).
3) Hand Horn technique was still a novelty in many European courts by 1760.
The oft cited treatise by Roeser (written circa 1765?), speaks of the newness
of the use of the horn technique utilizing the hand in the bell. Punto was
famed throughout Europe for his playing, but sometimes received some bad press for
the deliterious effect of his hand technique on the tone; contemporary ears
were still accustomed to the open sound. The size of the bell was adjusted to
accomodate permanent placement of the hand in the bell during the 1750s. A
slide for tuning was added as well, since the pitch of A varied from
court-to-court; Mozart's boyhood tuning fork was set at A422, for example. This era of the
horn began to show the veiled quality of sound that allied the horn with other
woodwind instruments in the Harmony ensembles and woodwind Quintets to come
in the 1800s. The sound of the horn was at this time, documentably, at its most
gentile, since all treatises warn against playing too loudly making the
covered note disagreeable in sound. We generally consider this the "Golden Age of
the Horn".
4) The valve horn appeared as early as 1815, in very crude form, not being taken seriously by many players. As soon as players did, music began to be composed, by Schubert, Schumann, and other composers for valved instruments. Horn players have noticed both an increase in the weightiness of the music composed during this era, and the sparseness of examples of concerto literature by major composers. It seems the valve horn was still not totally accepted and composers were waiting to see which way the trends might develop. Some pieces were published with two solo parts, one for valves and the other without.
5) The Wagnerians altered the formulation of the orchestra dynamically, and
even fostered new attitudes about how players should fit their parts into the
ensemble; the use of vibrato on all orchestral instruments was discouraged,
only to reappear later in areas of the world where non-Germanic mentors taught.
Our schools of horn playing in the US, for example are soundly German: Horner,
Pottag, Hoss, whereas many of our wind schools are French: Tabuteau, Moyse,
etc. For a while I played in a Belgian orchestra where a Gallicly trained
oboeist played with tremulous quantities of vibrato, sitting next to a perfectly
vibratoless, virtuoso, Germanic flautist with a perfectly straight Coke bottle
sound. Vibratoless strings can be heard in pre WWII Berlin Philharmonic and
Gewandhaus recordings.
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